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 Presente e futuro dell'Alfa
 Gruppo Fiat e marchio Alfa Romeo - il futuro.
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stefanosir
Duettista junior



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Inserito il - 29/10/2013 : 10:28:12  Mostra Profilo Invia a stefanosir un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Alfa Romeo non è più da molto tempo una società per azioni dal momento che è stata incorporata in altra società facente parte del Gruppo Fiat che, dopo vari processi di accorpamento e diverse riorganizzazioni del Gruppo stesso, possiamo di ritrovare oggi all’interno di Fiat Auto s.p.a..

Alfa Romeo è ormai, quindi, soltanto un marchio, un brand che Fiat Auto s.p.a. utilizza per contraddistinguere una parte importante delle vetture che produce; quel marchio individua quelle vetture che si dovrebbero connotare e distinguere proprio per quelle caratteristiche che hanno reso celebre il marchio Alfa Romeo nel mondo: sportività, tecnica sopraffina, forte personalità nella guida e nella linee, produzione di vetture nate per le gare ma anche di vetture destinate al grande pubblico (e quindi accessibili a molti) ma con prestazioni superiori alla concorrenza.

Così, pur con fasi alterne, è stato nel passato; oggi il marchio è relegato a connotare vetture coma la Mito e la Giulietta (la 159 è fuori produzione da tempo e le sue vendite sono limitate agli ultimi esemplari disponibili), auto discrete nei rispettivi segmenti di mercato, ma che non si identificano forse al 100% con quel tipo di vettura che l’immaginario collettivo associa ad un marchio come quello di Alfa Romeo.

E’ comunque un errore, o per lo meno, sarebbe quantomeno fuorviante parlare del marchio Alfa (e delle sue vetture) se non si alza lo sguardo e non si considera in quale panorama questo brand si colloca, nonché il periodo storico che si sta attraversando.

Fiat Auto s.p.a. è un gruppo industriale che gestisce 16 brands commerciali (uno è proprio Alfa Romeo), ha 158 stabilimenti nel mondo, è presente in oltre 140 paesi, ha 215.000 dipendenti, investe in ricerca 3,2 miliardi di € ed fattura quasi 84 miliardi di €.
In particolare, Fiat Auto ha:
in Italia 44 stabilimenti, il 29% dei propri dipendenti e realizza il 9% dei propri ricavi;
in Europa (Italia esclusa) ha 33 stabilimenti, il 12% dei propri dipendenti e realizza il 15% dei propri ricavi;
in Nord-America ha 48 stabilimenti, il 34% dei propri dipendenti e realizza il 54% dei propri ricavi;
in sud-America ha 19 stabilimenti, il 22% dei propri dipendenti e realizza il 14% dei propri ricavi;
nel resto del mondo ha 14 stabilimenti, il 3% dei propri dipendenti e realizza il 8% dei propri ricavi.

Come si vede è un Gruppo internazionale che tra l’altro deve combattere con altri giganti che sono già da tempo presenti nelle aree in crescita del mondo (che sono anche quelle più redditizie); se vuole sopravvivere, l’obiettivo è quello di una maggiore presenza su questi mercati e Fiat ci arriva in ritardo.

L’idea e la strategia che hanno permesso al Gruppo di mantenersi competitivo in questo periodo di profonda crisi è stata la lungimiranza e l’intuizione di acquisire Chrysler negli USA (e al tempo, non c’era certo la fila per accaparrarsi la terza casa americana!): senza quell’acquisizione, il Gruppo Fiat non sarebbe certo sopravvissuto.

Oggi, tutte le energie sono concentrate nell’integrazione societaria con Chrysler che permetterebbe al Gruppo Fiat di utilizzare la liquidità generata dalla società americana (negli USA Chrysler vende bene ed anche il marchio Fiat ha riscosso un buon successo con le sue 500 e “derivate”) per poter immettere nuovi modelli sui mercati mondiali e su quello europeo che comincia a dare timidi segnali positivi. Su questo punto si innestano i programmi futuri dei marchi europei e di Alfa Romeo.

E’ di questi giorni la notizia degli investimenti in Turchia per la produzione dell’erede della berlina Fiat Linea (prevista per la seconda metà del 2015) ed in Cina per la costruzione di un’altra fabbrica 8in patnership) dove saranno prodotte vetture Jeep e veicoli elettrici; anche queste due iniziative serviranno per potenziare il Gruppo nei mercati che “tirano”.

Sul fronte italiano (ed europeo), su Il Sole 24 Ore di oggi leggo dell’acquisizione del 100% della VM Motori spa di Cento (FE), produttrice di motori diesel: Fiat ne deteneva il 50% (dal 2010) ed ha quindi ora rilevato il 50% dalle mani di General Motors; VM produce i motori diesel che già equipaggiano Jeep Grand Cherokee, Lancia Thema, Ram Dodge ed anche per i due modelli Maserati, la Ghibli e la Quattroporte prodotte a Grugliasco.

Modificato da - stefanosir in Data 29/10/2013 11:13:56

stefanosir
Duettista junior



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Inserito il - 30/10/2013 : 11:13:51  Mostra Profilo Invia a stefanosir un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Mi pare di individuare nei seguenti 4 punti proprio quelle importantissime tappe che saranno strategiche e propedeutiche per capire (poi) dove andrà anche Alfa Romeo:

1) integrazione societaria Fiat-Chrysler
2) sviluppo di nuovi prodotti destinati ai mercati emergenti in forte espansione (es.: Cina) e produzione/commercializzazione in tali mercati di quelli già presenti nelle gamme; l’obiettivo è quello di arrivare ad una produzione mondiale di veicoli (superare il numero critico) che permetta al Gruppo - ormai integrato - di competere con i principali players mondiali. Qui, forse, potrebbero esserci piccoli spazi anche per qualche modello Alfa Romeo.
3) sviluppo dei nuovi prodotti destinati al maturo mercato europeo che sta dando i suoi primi segnali positivi. Dovrà essere deciso come e con quali marchi presidiare i segmenti di mercato in modo che non si facciano concorrenza fra loro. Qui si innestano i principali programmi futuri per il marchio Alfa Romeo.
4) sviluppo dei nuovi prodotti destinati al ricco mercato del Nord-America, con individuazione - anche qui - dei marchi che dovranno presidiare i vari segmenti di mercato e scelta delle vetture. Anche qui si dovrebbero innestare i programmi futuri per Alfa Romeo.

Da quello che si è appreso fino ad oggi, il Gruppo Fiat ha concentrato le proprie (esigue) risorse per portare a casa il punto 1 ed investendo nelle aree di crescita (USA, Brasile e Turchia; prossima tappa sarà la Cina).

In Europa, come detto in altri post, il Gruppo Fiat ha adottato la strategia di riduzione dei costi, riduzione dei siti produttivi (in Italia ne ha fatto le spese, purtroppo, Termini Imerese), riduzione e razionalizzazione delle gamme prodotti (taglio dei modelli non remunerativi, concentrazione su quelli con i “numeri” a posto, pochissimi nuovi prodotti specifici e/o di nicchia che magari ne hanno sostituiti uno o più della gamma precedente), etc., il tutto con la convinzione che uscire con nuovi modelli in questi anni di profonda e generalizzata crisi di vendite (in Europa e soprattutto in Italia) voleva dire non recuperare mai più i costi sostenuti. Altre case (Pegeout, Citroen, Opel, etc.) hanno optato per la scelta opposta, ma per loro ora i nodi e le grosse difficoltà cominciano ad arrivare al pettine.

A causa di questa “strategia”, Alfa Romeo si è vista tagliare proprio le vetture che hanno da sempre caratterizzato la sua gamma, ma che evidentemente, non erano più profittevoli: il coupè sportivo Brera, la decappottabile Spider, la media sportiva Alfa 159 (berlina e Sportwagon), … tutte auto che sono state anche criticate sia dalla clientela normale che pure da diversi Alfisti (a me, invece, piacevano tutte e tre!).
Oggi, nel listino Alfa sono rimaste l’Alfa Romeo Mito e l’Alfa Romeo Giulietta, le cui gamme sono state allargate con l’adozione di nuove motorizzazioni per cercare di ampliarne l’offerta, visto che il listino è rimasto davvero esangue.

Modificato da - stefanosir in data 30/10/2013 11:16:11
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fedealfa
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Inserito il - 30/10/2013 : 13:54:18  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di fedealfa Invia a fedealfa un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ma, alla luce dei quattro punti, mi chiedo, come già mi chiesi tempo fa: ma perché Fiat s'è fatta sfuggire un mercato di grandissima espansione come quello Russo dove ,peraltro, aveva già una "zampa dentro" fin dagli anni '70 e dal quale, invece,è praticamente assente?? Non mi si dica che Ferrarie Masaretai vendono, perchè i soldoni la Mercedes non li fa con le poche 500 SEC, ma con le tante clesse A e C.

Federico Sinopoli socio DCI n°855
Alfa Romeo Owners Club Uk member n° 26264



"Ce so' tre categorie de' romani:
i romani de Roma da sette generazzioni,
quelli che so' venuti a Roma co' la coriera
e quelli che so' venuti a Roma co' l'Arfa Romeo!"
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stefanosir
Duettista junior



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Inserito il - 30/10/2013 : 15:27:21  Mostra Profilo Invia a stefanosir un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
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Ma, alla luce dei quattro punti, mi chiedo, come già mi chiesi tempo fa: ma perché Fiat s'è fatta sfuggire un mercato di grandissima espansione come quello Russo dove ,peraltro, aveva già una "zampa dentro" fin dagli anni '70 e dal quale, invece,è praticamente assente?? Non mi si dica che Ferrarie Masaretai vendono, perchè i soldoni la Mercedes non li fa con le poche 500 SEC, ma con le tante clesse A e C.

Credo che il Gruppo Fiat abbia incontrato diversi problemi sul mercato russo. A parte i marchi top che hai citato (che comunque garantiscono margini notevoli di profitto e “creano immagine”), credo che l’azienda automobilistica effettivamente avesse puntato molto sull’importazione esentasse delle vetture dalla Serbia; la Russia aveva firmato l’accordo di libero scambio con la Serbia nel 2000 e secondo il trattato la Russia non può riscuotere le tasse doganali dalle merci il cui Paese d’origine è la Serbia. L’accordo però prevede delle eccezioni, ovvero le merci che “sono esenti dal regime di libero scambio”; fra queste rientrano le automobili leggere e gli autocarri. L’elenco può essere rivisto, l’ultima versione era stata approvata nel 2011 dal Servizio Federale Doganale e la rappresentanza commerciale russa in Serbia ha confermato che da parte serba c’è la volontà di rifornire il mercato automobilistico russo senza l’imposizione di tasse doganali.
Alla Fiat appartiene il pacchetto di maggioranza della più importante fabbrica automobilistica della Serbia – la Fiat Automobili Srbija – che prima si chiamava “Zastava Automobilii”. La fabbrica era stata messa in vendita dal governo serbo nel 2007. La transazione con il gruppo italiano si è conclusa nel 2009; Serbia e Fiat hanno creato una joint venture di cui all’azienda italiana appartiene il 67 per cento.
Dopo la rottura con Sollers dell’estate del 2011, la società automobilistica ha siglato un accordo con il Ministero russo dell’Economia sull’assemblaggio industriale secondo le regole precedenti, ma si è assunta ulteriori impegni per aumentare la produzione fino a 120.000 automobili all’anno e costruire una fabbrica di motori. In definitiva nell’ambito di tale accordo la Fiat ha deciso di produrre in Russia la Jeep.
In aggiunta il gruppo italiano ha il progetto di avviare l’assemblaggio di veicoli commerciali leggeri (LCV); a tale scopo una delle possibili piazze affidabili presa in esame è la moscovita Zil. Ci sarebbe già un accordo tra la Fiat e l’amministrazione comunale di Mosca per consentire a Fiat di assemblare la linea dei veicoli commerciali Ducato negli stabilimenti della Zil, la storica fabbrica delle automobili destinate alla nomenklatura sovietica: a rivelarlo è l’agenzia di stampa Itar-Tass, che afferma di aver appreso la notizia da fonte attendibile. La notizia è di oggi.
Certo che di errori, anche su questo mercato, ne sono stati fatti tanti!
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Gianlo
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Inserito il - 30/10/2013 : 15:47:08  Mostra Profilo Invia a Gianlo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
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Ma, alla luce dei quattro punti, mi chiedo, come già mi chiesi tempo fa: ma perché Fiat s'è fatta sfuggire un mercato di grandissima espansione come quello Russo dove ,peraltro, aveva già una "zampa dentro" fin dagli anni '70 e dal quale, invece,è praticamente assente?? Non mi si dica che Ferrarie Masaretai vendono, perchè i soldoni la Mercedes non li fa con le poche 500 SEC, ma con le tante clesse A e C.

Credo che il Gruppo Fiat abbia incontrato diversi problemi sul mercato russo. A parte i marchi top che hai citato (che comunque garantiscono margini notevoli di profitto e “creano immagine”), credo che l’azienda automobilistica effettivamente avesse puntato molto sull’importazione esentasse delle vetture dalla Serbia; la Russia aveva firmato l’accordo di libero scambio con la Serbia nel 2000 e secondo il trattato la Russia non può riscuotere le tasse doganali dalle merci il cui Paese d’origine è la Serbia. L’accordo però prevede delle eccezioni, ovvero le merci che “sono esenti dal regime di libero scambio”; fra queste rientrano le automobili leggere e gli autocarri. L’elenco può essere rivisto, l’ultima versione era stata approvata nel 2011 dal Servizio Federale Doganale e la rappresentanza commerciale russa in Serbia ha confermato che da parte serba c’è la volontà di rifornire il mercato automobilistico russo senza l’imposizione di tasse doganali.
Alla Fiat appartiene il pacchetto di maggioranza della più importante fabbrica automobilistica della Serbia – la Fiat Automobili Srbija – che prima si chiamava “Zastava Automobilii”. La fabbrica era stata messa in vendita dal governo serbo nel 2007. La transazione con il gruppo italiano si è conclusa nel 2009; Serbia e Fiat hanno creato una joint venture di cui all’azienda italiana appartiene il 67 per cento.
Dopo la rottura con Sollers dell’estate del 2011, la società automobilistica ha siglato un accordo con il Ministero russo dell’Economia sull’assemblaggio industriale secondo le regole precedenti, ma si è assunta ulteriori impegni per aumentare la produzione fino a 120.000 automobili all’anno e costruire una fabbrica di motori. In definitiva nell’ambito di tale accordo la Fiat ha deciso di produrre in Russia la Jeep.
In aggiunta il gruppo italiano ha il progetto di avviare l’assemblaggio di veicoli commerciali leggeri (LCV); a tale scopo una delle possibili piazze affidabili presa in esame è la moscovita Zil. Ci sarebbe già un accordo tra la Fiat e l’amministrazione comunale di Mosca per consentire a Fiat di assemblare la linea dei veicoli commerciali Ducato negli stabilimenti della Zil, la storica fabbrica delle automobili destinate alla nomenklatura sovietica: a rivelarlo è l’agenzia di stampa Itar-Tass, che afferma di aver appreso la notizia da fonte attendibile. La notizia è di oggi.
Certo che di errori, anche su questo mercato, ne sono stati fatti tanti!



Posso rivolgermi a te per consulenze doganali?

Gianlo
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skipper
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Inserito il - 30/10/2013 : 16:06:04  Mostra Profilo Invia a skipper un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
scusa Stefano sei addetto commerciale in qualche ambasciata?

roberto socio DCI 776

Duettista dell'anno 2016
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Gianlo
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Inserito il - 30/10/2013 : 16:15:52  Mostra Profilo Invia a Gianlo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
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scusa Stefano sei addetto commerciale in qualche ambasciata?


Ambasciata di Wikipedia od altro paese?

Gianlo
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Gianlo
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Inserito il - 30/10/2013 : 16:16:36  Mostra Profilo Invia a Gianlo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Bravo, comunque, ottima preparazione.

Gianlo
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stefanosir
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Inserito il - 30/10/2013 : 16:43:23  Mostra Profilo Invia a stefanosir un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
So bene che non tutti i Duettisti sono anche Alfisti; ed anche che non tutti gli Alfisti si considerano tali guardando le Alfa Romeo contemporanee o quelle nate post 1986 (vendita a Fiat).

Io sono un Duettista, ma anche un Alfista; lo sono sempre stato, fin da bambino, e pertanto sono molto ma molto legato all'Alfa Romeo: oggi parlare del futuro del marchio che amo senza porlo nel contesto aziendale (Gruppo Fiat) o storico/economico che stiamo vivendo - per me - sarebbe limitativo e probabilmente vorrebbe dire sbagliare; oggi l'Alfa Romeo non è più una società (è solo un marchio), non agisce indipendentemente (fa parte di un Gruppo), i suoi prodotti e le loro caratteristiche sono fortemente influenzate dalle nuove logiche dell'economia (piattaforme comuni, contenimento dei costi, vetture che non cannibalizzino quelle di altri brands del Gruppo, etc.), non esiste più la sua fabbrica storica (Arese) e, cosa fondamentale, non si può sempre pensare al passato (che, però, è una risorsa da valorizzare): le cose cambiano e io, che sono ancora un Alfista, vivo nella speranza (o forse nell'illusione) che un giorno questo marchio possa riproporre le vetture che mi hanno conquistato fin da bambino, che hanno affascinato milioni di guidatori con la loro personalità e sportività e che hanno creato una vasta platea di estimatori. il tutto producendo vetture non solo costose e/o da gara, ma anche quelle che pur essendo destinate alle famiglie, le gare le vincevano davvero!

Modificato da - stefanosir in data 30/10/2013 16:55:34
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Gianlo
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Inserito il - 30/10/2013 : 17:13:22  Mostra Profilo Invia a Gianlo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
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So bene che non tutti i Duettisti sono anche Alfisti; ed anche che non tutti gli Alfisti si considerano tali guardando le Alfa Romeo contemporanee o quelle nate post 1986 (vendita a Fiat).

Io sono un Duettista, ma anche un Alfista; lo sono sempre stato, fin da bambino, e pertanto sono molto ma molto legato all'Alfa Romeo: oggi parlare del futuro del marchio che amo senza porlo nel contesto aziendale (Gruppo Fiat) o storico/economico che stiamo vivendo - per me - sarebbe limitativo e probabilmente vorrebbe dire sbagliare; oggi l'Alfa Romeo non è più una società (è solo un marchio), non agisce indipendentemente (fa parte di un Gruppo), i suoi prodotti e le loro caratteristiche sono fortemente influenzate dalle nuove logiche dell'economia (piattaforme comuni, contenimento dei costi, vetture che non cannibalizzino quelle di altri brands del Gruppo, etc.), non esiste più la sua fabbrica storica (Arese) e, cosa fondamentale, non si può sempre pensare al passato (che, però, è una risorsa da valorizzare): le cose cambiano e io, che sono ancora un Alfista, vivo nella speranza (o forse nell'illusione) che un giorno questo marchio possa riproporre le vetture che mi hanno conquistato fin da bambino, che hanno affascinato milioni di guidatori con la loro personalità e sportività e che hanno creato una vasta platea di estimatori. il tutto producendo vetture non solo costose e/o da gara, ma anche quelle che pur essendo destinate alle famiglie, le gare le vincevano davvero!



Bravo Stefano, senza ironia.

Gianlo
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skipper
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Inserito il - 31/10/2013 : 07:54:28  Mostra Profilo Invia a skipper un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
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So bene che non tutti i Duettisti sono anche Alfisti; ed anche che non tutti gli Alfisti si considerano tali guardando le Alfa Romeo contemporanee o quelle nate post 1986 (vendita a Fiat).

Io sono un Duettista, ma anche un Alfista; lo sono sempre stato, fin da bambino, e pertanto sono molto ma molto legato all'Alfa Romeo: oggi parlare del futuro del marchio che amo senza porlo nel contesto aziendale (Gruppo Fiat) o storico/economico che stiamo vivendo - per me - sarebbe limitativo e probabilmente vorrebbe dire sbagliare; oggi l'Alfa Romeo non è più una società (è solo un marchio), non agisce indipendentemente (fa parte di un Gruppo), i suoi prodotti e le loro caratteristiche sono fortemente influenzate dalle nuove logiche dell'economia (piattaforme comuni, contenimento dei costi, vetture che non cannibalizzino quelle di altri brands del Gruppo, etc.), non esiste più la sua fabbrica storica (Arese) e, cosa fondamentale, non si può sempre pensare al passato (che, però, è una risorsa da valorizzare): le cose cambiano e io, che sono ancora un Alfista, vivo nella speranza (o forse nell'illusione) che un giorno questo marchio possa riproporre le vetture che mi hanno conquistato fin da bambino, che hanno affascinato milioni di guidatori con la loro personalità e sportività e che hanno creato una vasta platea di estimatori. il tutto producendo vetture non solo costose e/o da gara, ma anche quelle che pur essendo destinate alle famiglie, le gare le vincevano davvero!



mi hai chiarito, grazie e complimenti per la tua affezione.

roberto socio DCI 776

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stefanosir
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Inserito il - 31/10/2013 : 09:31:53  Mostra Profilo Invia a stefanosir un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tanto per non dimenticare:

Il passaggio dell'Alfa Romeo dall'Istituto di Ricostruzione Industriale al gruppo Fiat Auto s.p.a.

- maggio 1986: > l'Alfa Romeo annuncia che esiste una trattativa con il gruppo Americano Ford per la cessione di una parte del proprio capitale;
- 1°ottobre: > la Ford presenta la sua proposta: acquisizione immediata di una quota Alfa limitata al 19.5% (valore:200 miliardi di lire), per tre anni perdite ripartite tra Ford e Iri in base alle rispettive quote, acquisizione della quota di controllo nel 1990 a un prezzo fissato in base ai risultati raggiunti dall'Alfa. L'offerta della casa Americana prevede: impegno a mantenere il marchio del biscione; investimenti per 4000 miliardi di lire e aumento della produzione fino a 400 mila vetture all'anno; esclusione dell'ipotesi di licenziamenti collettivi.

- 7 ottobre: > la Fiat annuncia che avanzerà un'offerta che prevede un accordo tra Lancia e Alfa Romeo entro la fine del mese.

- 15 ottobre: > il Presidente della Ford vola a Roma e spiega al Presidente del consiglio Bettino Craxi e ai ministri competenti i vantaggi per l'Italia e l'Europa di un accordo Alfa Romeo-Ford.

- 24 ottobre: > Cesare Romiti, Amministratore delegato della casa Torinese, presenta ufficialmente la controfferta: Fiat rileva subito il 100% di tutte le attività di Alfa Romeo: pagherà 1.050 miliardi di Lire in cinque tranches annuali di 200 miliardi a partire dall'anno in cui Alfa tornerà in utile (data prevista: 1992) e si assume 700 miliardi di lire di debiti della società. La proposta prevede 8000 miliardi di lire di impegno globale, la creazione di una società unica Alfa Lancia, la produzione a regime di 620 mila auto del segmento medio-alto, l'eccesso di mano d'opera verrà fronteggiato col turn-over ma, con l'espansione produttiva prevista, tutti i cassintegrati verranno riassorbiti.

- 6 novembre: > FINMECCANICA, la società IRI che controlla Alfa Romeo, si pronuncia a favore della Fiat e il Presidente IRI, Romano Prodi, dichiara: “La proposta Fiat è stata ritenuta vantaggiosa anche alla luce delle valutazioni degli studi specializzati della First Boston Corporation. E' certo una decisione dolorosa ma inevitabile”.

- 7 novembre: > l'accordo è sulle pagine di tutti i quotidiani. Titolo del "Corriere della sera": "Vince Fiat, nasce Alfa-Lancia". Sul fronte sindacale, si registrano la cautela della FIOM (i metalmeccanici della CGIL) e il compiacimento della CISL e UIL.; Giorgio Benvenuto, Segretario UIL, sostiene: "E’ una garanzia per i lavoratori".


E questa è un'intervista del 19 ottobre 1986 a Giuseppe Luraghi, prima della decisione del Governo Italiano

"E' segno di miopia politica e sindacale preferire la Ford.
I sindacati si fanno illusioni se pensano che la Ford sarà più malleabile della Fiat.
Nonostante gli accordi io credo che alla lunga la Ford finirà per produrre negli stabilimenti Alfa i suoi modelli. E' inevitabile nei prossimi anni una INTEGRAZIONE della produzione Ford con quelle Alfa.
L'IRI non può disfarsi di una fabbrica di quella importanza, ha il dovere di fare uno sforzo finanziario per risanarla.
Se toccasse a me decidere se scegliere Ford o Fiat non avrei dubbi. Sceglierei Fiat per ragioni nazionalistiche e evitare che alla lunga Fiat soccomba nello scontro tra colossi dell'auto.
Mi sembra un salto nel buio questa preferenza che il PCI e i sindacati stanno dando alla Ford.
Io sono certo che l'Alfa, sia che finisca sotto Ford sia sotto Fiat, verrà sacrificata. Stiamo almeno attenti a non mettere in casa nostra un concorrente troppo forte che può scardinare l'industria Italiana."


Ma questa è storia, magari da ricordare, ma è il passato. Fa un certo effetto rileggere quell'intervista, vero? E con quanta lungimiranza furono dette quelle parole, risalenti a ben 27 anni fa.

Ma non tutte le notizie sono negative: sul Sole 24 Ore di oggi vengono riportati i dati del Gruppo Fiat relativi al 3° trimestre 2013 ed alcune dichiarazioni del CEO Marchionne che ci potrebbero servire per capire (o meglio, intuire) quelli che saranno gli sviluppi futuri del marchio Alfa.
Marchionne non vede una ripresa significativa del mercato europeo prima della fine del 2014, ma esclude la chiusura di ulteriori impianti produttivi "per agevolare i costruttori tedeschi" (la frase è relativa al vecchio continente); gli investimenti previsti (8 miliardi nel 2013 per tutto il Gruppo) "sono stati riorientati, non rinviati" e la spiegazione è che in queste condizioni, "vendere auto sul mercato di massa è incredibilmente poco profittevole" e quello "è stato "un errore storico di Fiat"; il CEO ha deciso di riorientare gli investimenti verso "il mercato premium, dove sci sono certezze".
Queste parole riaccendono la luce sul marchio del biscione: il Gruppo, infatti, può contare su 3 machi premium: ferrari, Maserati ed Alfa Romeo (oltre all'americana Jeep).
Le prime 2 sono andate molto bene nel III trimestre 2013: il cavallino ha aumentato i ricavi del 6% e l'utile di gestione del 16%; la marca del tridente - che dovrebbe chiudere l'anno con 15.000 auto prodotte - inizia a vadere gli effetti positivi dei recenti lanci della Quattroporte e della Ghibli, con un balzo dei ricavi da 184 a 444 milioni di € e dell'utile da 13 a 43 milioni di €
Resta il punto di domanda dell'Alfa Romeo, ma per le novità sul biscione bisognerà aspettare6 mesi: a fine aprile 2014, in occasione della presentazione dei conti del I trimestre 2014, Fiat fornirà un aggiornamento del piano quinquennale e lì saranno resi pubblici i programmi ufficiali che dovrebbero prevedere le uscite dei nuovi modelli nel corso del 2015.
E intanto si continua a soffrire ...
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fedealfa
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Inserito il - 31/10/2013 : 18:48:38  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di fedealfa Invia a fedealfa un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Temo, purtroppo, che il target "premium" ormai mal si adatti ad un marchio che da anni, decenni, non ha una vettura di prestigio nei suoi listini e commercializza berlinette da mass market.
Come ho sostenuto in altri topic, la vettura di prestigio, quella over 100k€, fa da traino per l'acquisto del modello di facsia bassa (chi compra una serie 3 sente di partecipare al lusso della 7). L'alfa, specie dopo la "cura" Marchionne, ha perso molto del suo fascino e difficilmente può sperare di recuperare a breve credibilità nell'acquirente vip che, al rovescio, non vuole essere partecipe dell'imagine da "ceto medio" di un marchio.
Non sarà facile...
Sperèm...
Proprio a Padova, Freccia d'oro e 6C degli anni '40 e '50 ci ricordavano quale abisso separava il mondo dei ricchi da quello di chi non lo era: e l'Alfa era simbolo di ricchezza; non a caso, nella mia "firma" cito un vecchio proverbio del popolino romano...

Federico Sinopoli socio DCI n°855
Alfa Romeo Owners Club Uk member n° 26264



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Modificato da - fedealfa in data 31/10/2013 18:51:34
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stefanosir
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Inserito il - 03/11/2013 : 14:35:20  Mostra Profilo Invia a stefanosir un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Eh, sì! Su questo punto, Federico, hai proprio ragione: la vettura top speso traina in modo molto forte e decisivo quelle più piccole o di segmenti inferiori.
L'assenza di Alfa Romeo fra le vetture facenti parte delle cosiddette "premium" è veramente uno scoglio molto ma molto grande de superare; c'è comunque da dire che il Gruppo Fiat dovrebbe aver intrapreso (speriamo) la strada giusta nei confronti del marchio, quella che indichi tu: l'ultima vettura immessa sul mercato è l'Alfa Romeo 4C /che spero non sia una meteora come la strepitosa 8C), la Maserati Ghibli è la sorella sofisticata della futura ammiraglia Alfetta - chiamiamola così - ed è davvero una bellissima macchina, la Giulia la stiamo attendendo ...
Chissà ... certo che siamo ancora ad uno stadio dove le incognite sono davvero moltissime, ma qualche tenue speranza ci sarebbe ...
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stefanosir
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Inserito il - 05/11/2013 : 09:40:22  Mostra Profilo Invia a stefanosir un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
ALFA ROMEO GIULIA
Il Sole 24 Ore scrive che, a detta del responsabile del design globale del Gruppo Fiat, Lorenzo Ramaciotti, la tanto attesa Alfa Romeo Giulia è stata (e sta continuando ad essere) “la più difficile sfida degli ultimi anni dal punto di vista dello stile”. La nuova vettura è stata messa ancora in discussione: i problemi sollevati pare riguardino le soluzioni interne per le quali ci sono forti aspettative anche riguardo al mantenimento della qualità nel tempo.

Il progetto della Giulia ha subito in effetti diversi ripensamenti; inizialmente era stata pensata come una vettura media con trazione anteriore, nel solco della 159 che avrebbe dovuto sostituire, destinata soprattutto al mercato italiano ed europeo. Con la crisi economica che non avrebbe favorito l’uscita del modello durante un periodo così pesante di recessione, i tempi si sono allungati e sono stati sfruttati per un ri-orientamento (parole del Capo) del progetto: l’idea è quella di produrre una world car, una vettura, cioè, destinata ad essere venduta in tutto il mondo. Oggi sappiamo che la nuova vettura sarà a trazione posteriore (ma ne saranno commercializzate certamente anche versioni a trazione integrale) e sarà equipaggiata con il meglio dell’offerta motoristica del Gruppo: non è escluso, infatti (secondo le ultime news), anche l’utilizzo del motore che monta la recentissima 4 C (il 1.750 turbo benzina da 237 CV) e viene dato per certo anche il V 6 Pentastar montati anche da Maserati (basamento prodotto negli USA e montaggio di tutte le componenti a cura della Ferrari a Maranello).

ALFA ROMEO 4 C LAUNCH EDITION
A proposito di 4 C, le prime consegne della versione Launch Edition (prodotta in soli 500 unità per l’Europa, a fronte delle 1.000 le richieste pervenute) sono state effettuate le consegne presso il circuito del Balocco, il “circuito Alfa” per definizione.
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Bracco
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Inserito il - 05/11/2013 : 10:00:55  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Bracco Invia a Bracco un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
IO direi che siamo ad una svolta Stefano. Spero che la Giulia sia un'auto con contenuti tecnologici importanti e che abbia lo stesso appeal della 156 quando venne presentata.


Bracco - SOCIO D.C.I. nr° 824
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GT 1300 Junior Blu Olandese 1974
Alfetta 2.0L Grigio chiaro metallizato 1980
Spider 1.6 Nero Base 817 1991
156 2.0 JTS Nero Fuoco 2003
147 1.9 JTD Grigio 2004

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